Chi corre su strada è abituato a percorsi semplici ed un passo ritmato e la massima difficoltà che può incontrare può essere una lunga pendenza o il dover salire e scendere da un marciapiede, che può staccare il ritmo.
Chi si allena per un trail, invece, vede nelle difficoltà e nei ritmi irregolari il proprio pane quotidiano. Difficile poter portare una precisa media chilometrica (che rappresenta invece l’unico vero riferimento del runner da strada); difficile anche svegliarsi quando è ancora buio per andare a correre con la luce dei lampioni delle strade, o correre al tramonto. Chi fa corsa in montagna necessita di una giusta luce, per poter guardare bene dove mettere i piedi e, se pensa di doversi attardare, deve necessariamente attrezzarsi con un’illuminazione portatile, per non rischiare brutti infortuni.
Ma come si allena quindi un atleta per il trail runner? Il suo riferimento principale è il battito cardiaco, che permette di misurare lo sforzo che viene monitorato regolarmente dai cardiofrequenzimetri: nessun runner che si allena per un trail potrebbe mai farne a meno. Inoltre, gli atleti che fanno corsa in altura hanno una particolare capacità di sentire il proprio fisico, sanno cioè regolarsi sulle sensazioni del proprio corpo. Si tratta di una caratteristica che per qualcuno è innata, per altri si basa sull’esperienza data da molti anni di allenamento.
Un interessante articolo per conoscere al meglio come regolarsi, che tattiche di allenamento utilizzare e come correre per allenarsi al meglio per un trail è quello uscito su Correre di agosto, con i consigli di Fulvio Massa, autore del libro Il Manuale del Trail Running. Fulvio Massa parla di come migliorare le proprie tattiche di allenamento, di come gestire una gara a seconda che si sia un runner di livello iniziale, medio o avanzato, dell’assistenza ai check point, di come e quando effettuare i sorpassi e di molte altre cose che possono essere fondamentali, sia in allenamento che durante una competizione.
Si tratta di consigli che non derivano solo dall’esperienza, ma anche da uno studio accurato, sia sulle modalità di allenamento che sui sistemi energetici umani. Solo l’unione di tutte queste conoscenze, infatti, può assicurare il meglio nelle diverse situazioni, di allenamento o di gara, e nelle differenti condizioni sia di tempo atmosferico che di forma del runner. Quando si affronta un trail, infatti, si sa che ci si dovrà confrontare con moltissime differenti difficoltà, tra cui sassi o fondo erboso, buche evidenti o nascoste dalle foglie di un sottobosco, tratti ombrosi e strade assolate, sentieri stretti e ripidi e zone ampie e spaziose: insomma, gli ingredienti sono veramente tantissimi. Come ci si può preparare a tutto questo?
Per prima cosa con un’importante contributo di buon senso. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che le gare di trail sono più pericolose delle gare su strada e, soprattutto, presentano un maggiore rischio di infortuni. I punti rischiosi, in particolare, sono le discese ad alta pendenza dove la stanchezza può facilmente giocare brutti scherzi. Non è raro registrare scivolate e cadute in discesa, spesso anche cumulative, perché chi inciampa può cercare di aggrapparsi ad un collega vicino con il rischio di cadere entrambi.
Il team di BreakNotizie