Corsa: come affrontare una curva in gara

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Affrontare una curva in gara può essere fatto in modi differenti a seconda di alcuni parametri, ovvero la velocità, la fatica pre-curva, la fatica post-curva e gli avversari. Di seguito li analizziamo nel dettaglio.

La velocità – Quanto più la velocità è maggiore tanto più la curva deve essere dolce. Se si sta andando molto piano (per esempio sopra ai 5’/km) conta la distanza minore perché i tempi di frenata per correggere la distanza sono minimi. Se invece si sta andando forte (per esempio a 3’/km) quello che conta è la dolcezza della curva, non frenare troppo: si faranno magari anche 2 m in più, ma alla stessa velocità, mentre, se si vuole cercare la distanza minore, si arriverà spesso quasi a fermarsi e a dover ripartire da una bassa velocità.

La fatica pre-curva – Anche in questo caso è opportuno evitare accelerazioni/decelerazioni che potrebbero addirittura favorire un infortunio. Il caso classico è quello dei marciapiedi. A seconda dell’altezza, si farà una certa fatica a salirvi sopra. Se la fatica non è il limitatore principale (come all’inizio di una gara breve dove muscolarmente si sta bene) si possono affrontare salendoci sopra; discorso diverso è nei km finali di una maratona, soprattutto se lo sforzo equivale a quello di aumentare di 10-20″/km.

affrrontare una curvaLa fatica post-curva – Anche nei casi in cui si sta muscolarmente bene e si può tagliare al meglio al curva (distanza minima), occorre valutare se lo sforzo non sia penalizzante per il prosieguo della gara e cioè non innalzi il lattato a livelli indesiderati. Di solito, per un marciapiede normale o una curva a gomito in cui si cerca la distanza minima, la fatica di mantenere la stessa velocità (anziché rallentare e ripartire) non deve essere tale che quando si riprende ci si senta iperaffannati. Il caso classico è quando per minimizzare il percorso si taglia su terreno che non risponde come il classico asfalto, per esempio si taglia su un’aiuola: salire sul marciapiedi, fare 3-4 m su erba e poi scendere ha un dispendio energetico che non è bilanciato dai pochi metri guadagnati, tanto che in una gara tirata al massimo, il poco vantaggio che prendiamo su un avversario che prende la curva dolce va perso nei 100 m successivi perché l’avversario ha conservato una maggiore freschezza. Se ovviamente stiamo andando sottoritmo (per esempio perché accompagniamo un amico generalmente più lento di noi), fatica pre-curva e post-curva non esistono e ha senso sempre cercare la distanza minima.

Gli avversari – I runner durante la gara non devono fare come le vetture di Formula 1 e cercare di superare in curva. Il dispendio energetico del sorpasso è notevole e spesso si rivela un fuoco di paglia. Se per esempio si è partiti molto indietro e si è rallentati da runner più lenti, è opportuno superarli in condizioni di linearità del percorso. Tutto ciò ci dice che in gare brevi e percorsi molto contorti, partire davanti è essenziale!

 

 

 

 

http://www.albanesi.it/corsa/corsa-come-affrontare-una-curva-in-gara.htm

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