Alla scoperta della corsa a tempo: ecco i benefici

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Grazie alla corsa a tempo il runner si sintonizza meglio sul ritmo del proprio corpo e si allena in modo divertente.

Spesso, quando si corre, non si presta la dovuta attenzione alla componente ludica di un allenamento: molti runners prendono troppo sul serio la seduta, dimenticando che esistono degli esercizi che rendono la normale sgambata un’esperienza divertente e che ha notevoli benefici non solo sul fisico. Un esempio è dato dalla corsa a tempo, consigliata per rendere meno monotono il training e migliorare l’autopercezione del ritmo del corpo e del senso dello spazio.

COS’È LA CORSA A TEMPO

Innanzitutto, è bene dare una definizione di corsa a tempo, non confondendola con la “tempo run” (una sessione di allenamento che abitua ai ritmi di gara): il principio-base di questa tipologia di training è che non si corre avendo in mente il numero di chilometri da percorrere, ma solamente il tempo da impiegare. Ed è proprio in questo aspetto che risiede la sua natura ludica dato che, se ci si impone di cominciare da un certo punto e di farvi ritorno, bisognerà farlo entro un tempo prestabilito. Ad ogni modo, la corsa a tempo è spesso trascurata dai podisti che, troppo presi dal seguire rigide tabelle di marcia, non ricordano che il running è anche divertimento e che il raggiungimento di un obiettivo in termini agonistici non deve essere l’unica chimera.

Alla scoperta della corsa a tempo: tutti i benefici di questa tipologia di allenamento

I BENEFICI DI QUESTO ALLENAMENTO

Infatti, nella corsa a tempo non si decide mai in anticipo il percorso (anzi, si consiglia di improvvisare) e, arrivati a metà del tempo prefissato, si prova a tornare indietro in una sfida con il cronometro: in questo modo si evita di controllare ossessivamente il numero di chilometri percorsi e di seguire degli schemi di preparazione standardizzati. Inoltre, alcuni studiosi hanno spiegato che questo allenamento comporta notevoli benefici, anche se poco evidenti dato che non riguardano il fisico: il cervello impara infatti a gestire le distanze spazio-temporali e acquisisce una migliore consapevolezza del ritmo tenuto nella corsa. Non solo: nelle prove a tempo è stato dimostrato che si riesce a mantenere più costante il passo e questo è il motivo per cui Harry Wilson, noto per essere stato il coach dell’ex mezzofondista Steve Ovett, consigliava questo esercizio ai suoi atleti.

Alla scoperta della corsa a tempo: tutti i benefici di questa tipologia di allenamento

NON SOLO PER I PRINCIPIANTI

Come insegnava Wilson, la corsa a tempo non è utile solamente ai runners principianti ma anche a quelli professionisti che credono di conoscere tutti i segreti della preparazione atletica. Infatti, per un corridore alle prime armi la corsa a tempo rappresenta una volta tanto l’occasione per non pensare alle distanze e concedersi un’uscita che allena parametri meno “misurabili” ma altrettanto importanti: inoltre, questo tipo di corsa aiuta anche a dosare le accelerazioni, specie quando il cronometro indica che il tempo a disposizione si sta esaurendo. I runners esperti, invece, possono adattare questo “gioco” alle loro esigenze, magari alzando il livello di difficoltà e impostando non solo un tempo-limite ma anche un numero preciso di chilometri. Tuttavia, la raccomandazione per ogni categoria di runners è la stessa: ad eccezione dell’orologio, bando agli aiuti del GPS sul ritmo e sulla distanza perché bisogna affidarsi unicamente alle proprie sensazioni.

 

 

Il Team di RunningMania