Per prevenire i fastidiosi “sovraccarichi funzionali”, in aiuto del runner possono venire la valutazione della postura e la biomeccanica: scopriamo di cosa si tratta.
Oggigiorno, nel mondo del running si fanno largo tecniche di allenamento e concetti sconosciuti ai più solo fino a qualche anno fa. Per gli atleti professionisti, ma anche per coloro che praticano la corsa a livello amatoriale, è fondamentale ottimizzare le sessioni di training, avere le giuste nozioni alimentari e conoscere il modo di migliorare le performance senza incorrere in infortuni traumatici o da stress. A tal proposito, l’incremento delle prestazioni e la prevenzione degli infortuni sono legati a due concetti poco noti. Si tratta della postura durante la corsa e della biomeccanica, fondamentali per evitare il “sovraccarico funzionale”, ovvero uno stress intenso che alcune zone del corpo soffrono a causa di gesti ripetuti per periodi lunghi.
Come evitare il sovraccarico funzionale
Ma come definire la postura e la biomeccanica? La prima è la posizione che assumiamo nello spazio in determinate situazioni e alle quali consente di adattarci tramite dei meccanismi di compensazione; è bene ricordare che non esiste una postura completamente simmetrica dal momento che il corpo non è statico. Inoltre, quando viene meno la compensazione funzionale, alcune zone sono sovraccaricate, aumentando così il rischio di infortuni. Per quanto riguarda la biomeccanica, si tratta invece dell’applicazione dei principi classici della meccanica agli esseri viventi; si concentra in particolare sullo studio dei movimenti (cinematica) e su ciò che li determina (dinamica). Come si intuisce, postura e biomeccanica sono in correlazione tra di loro dato che entrambe possono migliorare il modo in cui si corre.
Valutazione posturale e biomeccanica
Dal punto di vista di un appassionato di running, è importante svolgere la valutazione posturale e biomeccanica. Ciò serve a capire come ottimizzare le sessioni di allenamento; utilizzare al meglio la propria struttura fisica per migliorare le performance cronometriche; diminuire il dispendio energetico e ridurre anche al minimo il rischio di un sovraccarico funzionale soprattutto agli arti inferiori, i più sollecitati. Questa sorta di check-up periodico, articolato in quattro fasi distinte, serve ad ottenere una serie di dati per correggere lo stile della corsa, ripensare l’intera preparazione atletica e scoprire in quali punti è più probabile che possa verificarsi uno stress da carichi eccessivi.
Le quattro fasi
La prima fase del suddetto check-up consiste nell’analisi posturale statica. In posizione eretta valuta quali aree del corpo non godono di uno schema posturale funzionale (ad esempio l’appoggio della pianta del piedi). La fase successiva riguarda l’analisi posturale dinamica, concernente le valutazioni dei movimenti delle componenti articolari (tronco, anca e colonna vertebrale) e poi della mobilità passiva (arti inferiori). La terza fase è invece quella dell’analisi stabilometrica; attraverso una pedana computerizzata si analizza l’equilibrio e la distribuzione dei carichi sulle gambe, verificando che il “centro di pressione” (ovvero il baricentro proiettato a terra) cada a metà dei piedi. Infine, la valutazione si conclude con l’analisi biomeccanica. Mediante delle barre a infrarossi, analizza ogni momento della corsa su un treadmill, ottenendo dei parametri che “fotografano” con precisione il modo in cui si muove un atleta.
Il Team di RunningMania