Infiammazioni e tendiniti, il ruolo di un’alimentazione corretta nel prevenirle è stato spesso sottovalutato: oggi, tuttavia, le cose stanno cambiando.
A lungo, parlando di infiammazioni e in particolar modo di tendiniti, si è cercato di individuare cause prettamente organiche che potessero portare allo scatenarsi di simili fenomeni patologici; in altre parole, si è scelto un approccio prettamente ortopedico, che puntava a individuare possibili concause e fattori di rischio locali, non prendendo quindi in considerazione di fatto un approccio più ampio, che comprendesse anche aspetti metabolici e alimentari, strettamente legati cioè a una determinata dieta e magari anche a uno specifico stile di vita. La verità però è che anche in questo caso, come accade per moltissime altre patologie, sarebbe necessario uno sguardo d’insieme che puntasse a inquadrare un panorama più ampio. Nello specifico, nel caso di infiammazioni ai tendini – le cosiddette tendiniti, appunto – sarebbe opportuno capire quale ruolo rivesta l’alimentazione e se è vero, come i medici sostengono da tempo, che alcuni cibi influiscano negativamente sul benessere e sulla salute di tendini, muscoli e articolazioni.
Un’alimentazione corretta, al contrario, sarebbe determinante nell’alleviare queste patologie, ma soprattutto nel prevenirle: sì, perché mangiando i cibi giusti si ristabilisce l’equilibrio metabolico, e ciò ha come conseguenza diretta quella di abbassare gli indici infiammatori. Tuttavia, come abbiamo già detto, l’alimentazione è da considerarsi una forma di prevenzione di questa tipologia di infiammazioni, visto che il danno anatomico determinato da una dieta fortemente scorretta, una volta acquisito, necessita di tempi di guarigione piuttosto lunghi. Non solo, perché una volta che tendiniti o infiammazioni sono insorte, per curarle non è sufficiente ripristinare un’alimentazione corretta, ma c’è bisogno di fare ricorso anche a presidi terapeutici specifici. L’alimentazione può essere dunque considerata una sorta di concausa che, unita ad altri fattori di carattere biomeccanico, anatomico e legati alla cattiva gestione degli allenamenti, può scatenare infiammazioni persistenti e molto dolorose, che possono determinare stop più o meno lunghi dalla corsa.
A livello organico, ciò accade quando viene ad alterarsi l’equilibro tra produzione e smaltimento dell’acido urico, che di conseguenza tende ad accumularsi nel sangue. A loro volta, accumuli di acido urico nel sangue tendono a trasformare le cellule di collagene di cui sono costituiti i tendini; questi fenomeni di calcificazione sono molto diffusi a carico delle cosiddette “porzioni inserzionali”, che poi sono quelle più sottoposte allo stress in stiramento. Questo meccanismo determina la formazione di cumuli di sali di calcio, dunque la creazione di pericolose calcificazioni tendinee. Quando si parla di alimentazione corretta, perciò, si intende un’alimentazione a basso contenuto di purine, ovvero che limiti il consumo di cibi ricchissimi di questa sostanza a favore di cibi che ne sono poveri. Di per sé basterebbe dunque qualche accorgimento alimentare in più, unito ovviamente ad allenamenti congrui e sapientemente bilanciati (magari avvalendosi dell’aiuto e dei consigli di un esperto) per migliorare nettamente la situazione dei tendini e prevenire l’insorgere di dolorose e fastidiose tendiniti che di fatto impediscono di allenarsi al meglio anche per lunghissimi periodi.
Il Team di RunningMania