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Alla scoperta del rapporto fra carboidrati e indice glicemico

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La classificazione dei carboidrati è cambiata di recente tenendo conto dell’indice glicemico: scopriamo di cosa si tratta e che cosa ci aiuta a capire

Quelli che comunemente vengono chiamati carboidrati – o anche zuccheri – sono una combinazione fra atomi di ossigeno, idrogeno e carbonio e vengono suddivisi in tre tipi a seconda della loro struttura: i monosaccaridi (fra i quali troviamo galattosio, fruttosio e glucosio), disaccaridi (formati dall’unione di molecole di monosaccaridi, noti anche come zuccheri semplici, e sono il saccarosio, il lattosio e il maltosio) e infine i polisaccaridi (tra cui i più diffusi sono fibre e amido).

I differenti tipi di carboidrati vengono digeriti diversamente dal nostro organismo: l’amido, ad esempio, necessita di molto più tempo rispetto agli zuccheri semplici, di conseguenza cambia anche il modo in cui gli zuccheri vengono poi rilasciati nel sangue. Proprio questo aspetto è alla base della classificazione che è stata introdotta per i carboidrati, vale a dire l’indice glicemico. Di cosa si tratta e in che modo funziona?

L’indice glicemico simboleggia la capacità dei carboidrati presenti nei diversi alimenti di innalzare i valori della glicemia: ad un indice glicemico alto corrisponde una maggiore velocità di innalzamento del glucosio nel sangue e quindi della glicemia. Questo parametro viene valutato con una scala di misura che va da 0 a 100; la pasta, ad esempio, ha un indice glicemico di 50 e risulta dunque abbastanza elevato. Conoscere l’indice glicemico degli alimenti è importante per sapere che impatto avranno sulla glicemia e sulla produzione di insulina.

L’insulina, se prodotta in lieve quantità, trasforma il glucosio in glicogeno, ma se la sua produzione è elevata, come conseguenza di un innalzamento eccessivo della glicemia, il glucosio viene invece trasformato in acidi grassi, andando ad incrementare il tessuto adiposo e la massa grassa. Affinché il glucosio possa essere trasformato in glicogeno e non in grasso, è indispensabile alimentarsi con cibi dall’indice glicemico contenuto. Questo assunto è valido soprattutto per gli sportivi, che necessitano di glicogeno e non, ovviamente, di acidi grassi per le loro performance. Solamente dopo uno sforzo fisico è possibile, per un atleta, affidarsi ad alimenti con elevato indice glicemico, per ripristinare il glicogeno consumato durante l’allenamento o la gara.

 

 

 

Il Team di RunningMania