Il colesterolo alto è un disturbo che colpisce sempre più persone. Le cause del suo incremento sono molteplici, il controllo dei suoi valori è fondamentale e può iniziare da un regime alimentare corretto.
”Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei” e, a parlar chiaro, in caso di colesterolo, sono gli esami del sangue. Un aumento dei livelli dell’LDL (il colesterolo c.d. ”cattivo”) deve costituire un segnale d’allarme da non sottovalutare. La brutta notizia è che il colesterolo può avere natura congenita, la buona è che, con un’alimentazione corretta e un’attività fisica regolare, può essere tenuto a bada. Diversi studi in campo biochimico hanno dimostrato che non sempre evitare i cibi grassi fa diminuire i livelli della colesterolemia: anzi, sembra che l’aumento dell’LDL sia spesso da ricondurre a cause endogene e che ridurre troppo i grassi alimentari comporti, addirittura, un rialzo di quelli accumulati nel sangue. Questo perché all’elaborazione da parte del fegato dei lipidi ingeriti non consegue una diretta immissione degli stessi nel sangue; un rialzo dell’insulina, ad esempio, causa un incremento del colesterolo ben più elevato di uno strappo alla regola a tavola. Tutto questo si può tradurre in una regola aurea: limitare i grassi, ma non eliminarli del tutto e, assieme ad essi, contenere il consumo degli zuccheri.
Questi, infatti, possono causare picchi glicemici che, a loro volta, inducono una maggiore produzione di insulina e rallentano l’eliminazione dei lipidi nel sangue.
Veniamo ad esempi pratici di cibi che possono aiutare a controllare i livelli di colesterolo. Partiamo dai carboidrati, verso i quali noi italiani nutriamo un amore smisurato ma che possono giocare brutti scherzi. Nessun nutrizionista vieterà mai la pasta, purché le sue porzioni siano calibrate ad hoc in base al singolo metabolismo e allo stile di vita, e meglio se prodotta con cereali integrali. I legumi sono preziosi alleati dell’organismo e il loro consumo dovrebbe essere regolare, assieme a quello di frutta, verdura e proteine. Come condimento, da usare a crudo, vanno preferiti i grassi polinsaturi di origine vegetale (olio di semi di girasole, lino o soia, per esempio): per cucinare, meglio dimenticarsi del burro e prediligere un filo d’olio extravergine d’oliva.
Una corretta e attenta alimentazione, però, non basta per far funzionare al meglio l’organismo e, quindi, regolare anche i livelli di colesterolo: è necessario affiancare la dieta a un’attività fisica. Il metabolismo incrementa il suo ritmo dopo mezz’ora di movimento continuato del corpo che non si deve tradurre necessariamente in sforzi immani, ma può essere costituito anche da una camminata a passo veloce, meglio se fatta poco prima o subito dopo il pasto, magari come esercizio propedeutico per un’attività più completa come il running. La corsa, in quanto esercizio di resistenza, induce un aumento dell’HDL, ossia del colesterolo “buono”, che contrasta i valori di quello ”cattivo” e, quindi, riduce il rischio di patologie cardiovascolari. In altre parole, una corretta sessione di running, da effettuarsi in base alle possibilità fisiche di ognuno, riduce il colesterolo e allunga la vita.
Il Team di RunningMania