Integrazione sì o no? I dubbi e i limiti dei runner

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È realmente necessario assumere degli integratori quando ci si allena? 

Nel mondo del running e dello sport più in generale si parla sempre molto di integratori, e molto spesso si perde di vista il reale significato di questo termine. La parola “integratori” deriva infatti dal verbo integrare, con riferimento a eventuali carenze di sostanze nutritive – vitamine, fibre, proteine e sali minerali – che per qualche motivo non sono state assimilate in maniera sufficiente attraverso l’alimentazione. Da questa constatazione deriva la domanda principale da farsi ogni qualvolta si pensa di usare un particolare integratore, ovvero: è realmente necessario assumerlo, oppure no?

Quando l’integrazione è necessaria

Facendo un esempio pratico, si può considerare il caso di un runner amatoriale che si allena tre volte la settimana, in maniera piuttosto intensiva. In questo caso specifico, l’integrazione è quasi sempre superflua (a meno di avere problemi specifici). Tutto il necessario per stare bene e per potersi allenare con in maniera soddisfacente, infatti, può essere tratto dall’alimentazione, a patto di seguire una dieta quotidiana bilanciata.

Visto che il runner in questione non si allena tutti i giorni, le giornate di pausa sono più che sufficienti per recuperare appieno qualsiasi carenza energetica o molecolare. Tuttavia, se il runner per un motivo qualsiasi non riesce ad alimentarsi in maniera adeguata (per esempio per motivi di lavoro a pranzo mangia solo un tramezzino, o a volte salta addirittura i pasti), la situazione cambia e in questo caso può essere opportuno usare integratori per evitare pericolosi cali di zuccheri o mancanza di energie.

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Gli integratori non sono “caramelle”

Il fatto che a volte sia opportuno servirsi degli integratori, però, non toglie che questi, proprio come i medicinali, possano avere delle controindicazioni. Un integratore non fa male quando le dosi assunte sono compatibili con la dieta alimentare; gli eccessi invece sono assolutamente da evitare, soprattutto quando non si conoscono alla perfezione le sostanze che si ingeriscono. E per conoscerle non è sufficiente il passaparola, né tanto meno il parere di un compagno di squadra o l’articolo generico letto su un giornale. Il limite tra integrazione alimentare e integrazione farmacologica (che comprende anche pratiche illegali e pericolosissime come il doping) a volte è molto labile; per non superarlo è sempre bene chiedere il parere di un esperto, meglio se di un medico o di un nutrizionista. Ancor più valido è il parere di un medico che ci conosce.

L’integratore perfetto per un runner, infatti, può essere di scarsa utilità per un altro sportivo; il motivo non risiede nel principio attivo in sé, bensì nell’individualità di chi lo assume, nelle sue caratteristiche fisiologiche e nella sua storia clinica. Le dosi e le tipologie di integratori da assumere variano molto anche a seconda del tipo di attività sportiva praticato e dell’intensità della stessa; se ci si allena due o tre volte a settimana, per esempio, assumere gli stessi integratori di un runner che si allena tutti i giorni è inutile, talora persino pericoloso.

Il Team di RunningMania

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