Il consumo a livello energetico viene influenzato in maniera pesante dalla tipologia e dalla quantità di esercizio fisico che viene svolto. Ciascuna attività, infatti, comporta un preciso dispendio energetico, sul quale poi influiscono fattori come il peso, l’età, il sesso e la massa magra.
Una delle discipline caratterizzate da un elevato consumo energetico è la corsa, attraverso la quale è possibile bruciare all’incirca 1 Kcal per ciascun chilogrammo del proprio peso corporeo ogni chilometro. Si tratta di un dato indicativo, poiché questo valore può essere influenzato da diversi parametri, a cominciare dalla tipologia di terreno e dalla sua pendenza, dagli indumenti che si indossano, dalle condizioni climatiche (vento contro) e dal livello di allenamento di ciascun soggetto. Fra i fattori che possono influenzare il consumo energetico non rientra, al contrario di quello che si è portati generalmente a pensare, la velocità: è infatti minima la differenza di calorie bruciate nel correre un migliaio di metri a 10 km/h oppure a 15.
Il livello di allenamento di un soggetto è in grado di incidere fra il 5% ed il 10% sul dispendio calorico complessivo. Grande influenza ha il tipo di terreno: una corsa campestre è decisamente più dispendiosa di una corsa su pista, così come il consumo di calorie è maggiore se si corre sulla neve o sulla sabbia invece che sull’asfalto. Correndo all’aperto si bruciano più calorie rispetto alla corsa su tapis roulant, poiché bisogna vincere la resistenza dell’aria. Un vento contrario può aumentare fino al 41% il dispendio calorico (se soffia ad una velocità di 65 chilometri orari) mentre il vento a favore non garantisce un risparmio calorico consistente; in linea di massima non c’è grande differenza fra correre con vento a favore o in assenza totale di vento.
Il team di RunningMania