Non è raro che un runner, con l’avvicinarsi di una gara importante, aumenti sia l’intensità che la frequenza delle proprie uscite, cercando di arrivare perfettamente preparato al giorno della corsa.
In diversi casi, però, questo sovraccarico ai muscoli finisce per riflettersi sulla mente dell’atleta, aumentando il suo livello di stress e, proprio per tale motivo, tornando a colpire gli stessi muscoli sotto forma di infortunio. Per poter far fronte al problema dello stress, però, esiste una soluzione semplice ed estremamente efficace: la consapevolezza. Quest’ultima, infatti, è in grado di portare ad un senso di benessere generale. Non a caso, molti atleti la considerano come un elemento essenziale per migliorare le proprie prestazioni sportive.
Quando si parla di consapevolezza si fa riferimento ad una condizione mentale che induce una persona a concentrarsi interamente sul presente. In pratica, mentre corre, un runner riesce a liberare la mente da pensieri relativi al proprio lavoro, oppure da questioni riguardanti la famiglia e il denaro. Sono stati diversi gli studi che hanno confermato come la consapevolezza porti ad annullare gli effetti normalmente causati dallo stress. Secondo quanto indicato da Jon Kabat-Zinn, operante all’interno del Dipartimento di Medicina di un’università degli Stati Uniti, le preoccupazioni che affliggono quotidianamente le persone, portano queste ultime a non riuscire a concentrarsi con il corpo o con i propri sensi. Anche le paure e le ansie provocano tali effetti. Applicare la consapevolezza all’ambito sportivo può significare arrivare ad unire corpo e mente.
Per riuscire in questo intento occorre prestare attenzione al modo in cui si respira sia nei momenti che precedono la corsa che durante la stessa. Inspirazioni ed espirazioni efficaci aiutano sicuramente a tranquillizzarsi e, di conseguenza, a concentrarsi. Sempre Kabat-Zinn ritiene la corsa la disciplina ideale per effettuare tale esercizio, in quanto è naturalmente basata su concetti che hanno alla base la tranquillità e la meditazione. Chi ha la capacità di concentrarsi sul proprio respiro può calmare in pochi istanti l’ansia da gara e focalizzarsi sull’obiettivo finale della competizione.
Altro parere importante è quello rilasciato da un leader buddista, Sakyong Mipham Rinpoche, che in passato si è allenato per prendere parte ad una maratona. Come il suo collega Kabat-Zinn, Rinpoche è convinto che una mente che si focalizzi sul respiro goda di maggiori possibilità di diventare più forte dal punto di vista della concentrazione.
A sua volta, questa minore fatica fatta dalla mente stessa, porta il corpo ad agire in modo più efficace.
George Mumford, in qualità di psicologo sportivo, oltre che di insegnante di meditazione, ritiene che una giusta connessione tra mente e respiro sia in grado di far acquisire maggiore consapevolezza al fisico dell’atleta, portando a minori infortuni. Inoltre, quando un atleta si sente stanco nel corso di un’uscita piuttosto impegnativa, oppure nel bel mezzo di una gara, dovrebbe allontanare ogni pensiero negativo in merito alla prestazione dalla propria mente. Così facendo, riuscirà ad arrivare alla fine dell’allenamento, o al traguardo, senza particolari difficoltà e con il morale alle stelle per aver completato quanto prefissato.
Il team di RunningMania