Anche nel mondo del running esistono delle “fake news”: ecco le leggende metropolitane che andrebbero sfatate.
Oggigiorno, complice anche l’influenza dei social network, le “fake news” (notizie che si basano su fonti inattendibili o inventate per attirare il lettore) si sono diffuse in ogni ambito e persino nel mondo del running circolano credenze erronee o leggende metropolitane. In questo caso, oltre alla disinformazione che danneggia i runners meno esperti, c’è da tenere conto del fatto che spesso vengono veicolate vere e proprie “bufale” su diete o integratori, con evidenti rischi per la salute. Proviamo dunque a sfatare le “fake news” che circolano attorno alla corsa e al suo rapporto con la dieta.
IL FABBISOGNO CALORICO
Chi pratica running (ma in generale ogni sportivo) spesso è bombardato da due luoghi comuni relativi al calcolo delle calorie e al regime alimentare. “Praticando sport non si hanno limiti a tavola”: questa credenza va fermamente smentita dato che deve sussistere un equilibrio tra alimentazione e consumo delle energie. Infatti, bruciare molte calorie in una seduta di corsa non implica che debbano essere ripristinate con un pranzo ipercalorico che, inoltre, a lungo andare avrebbe spiacevoli conseguenze sul metabolismo. Più saggio è individuare con un dietista il fabbisogno giornaliero di calorie e “ricalibrarlo” in base al piano di allenamenti.
IL CONTROLLO DEL PESO
Un’altra “bufala” riguarda il rapporto col proprio peso: “La bilancia non mente” è un’affermazione fuorviante, dato che il valore che questo strumento restituisce può ingannare se considerato in senso assoluto. Infatti, gli esperti consigliano di tenere sotto controllo semmai la massa grassa (la percentuale corporea composta da tessuto adiposo): per uno sportivo è questo l’indice da valutare, al di là del peso che invece non rileva il tipo di massa muscolare dell’individuo.
CALORIE E GRASSI
Sempre in relazione alle calorie (lo spauracchio di coloro che hanno poche competenze in materia e si affidano ai guru sul web) una “fake news” è quella secondo cui “le calorie ci danno la misura dei grassi contenuti nel cibo”. Dietro questa frase si nasconde una scarsa conoscenza di cosa siano le calorie e anche i grassi: questi ultimi sono fondamentali nel regime alimentare e, a differenza di quelli saturi o idrogenati (assolutamente da evitare), sono indispensabili per il nostro corpo che, come nel caso degli omega-3, non è in grado di produrli da solo.
IL MITO SULLO STRETCHING
Anche quando si scende in pista, il runner deve fare attenzione ai falsi miti. “Prima di correre è obbligatorio fare esercizi di stretching”: ebbene, questo non è sempre vero dato che non va ingigantita la credenza che, senza stretching, aumenta il rischio di infortuni. Ovviamente, è necessario fare del riscaldamento prima di iniziare l’allenamento, ma a volte basta una camminata per non “partire a freddo” e uno stretching eccessivo comporta solamente un dispendio di energie.
IL MOMENTO DEL RECUPERO
Pure i “carichi” di lavoro risentono negativamente dei consigli di coach improvvisati. “Più ti alleni e più ottieni risultati” si sente dire, dimenticando che anche la fase del recupero fa parte del piano di allenamento e non va trascurata: è inutile sovraccaricare il corpo per bruciare le tappe. Il running non ammette queste scorciatoie e il nostro organismo ha bisogno di recuperare le energie: inoltre, le fibre muscolari, usurate dall’esercizio, necessitano di tempo per rigenerarsi e, in caso contrario, saranno più facilmente soggette a infortuni. Insomma, il giorno di recupero dopo una sessione di training non è mai sprecato.
Il Team di RunningMania