Spesso iniziare a correre è solo una questione di stimoli che mancano, ma bastano pochi accorgimenti per trasformare i pretesti per non farlo in vere motivazioni.
Il principale problema di coloro che tentano di avvicinarsi al mondo del running, ma spesso desistono dopo poche sessioni di allenamento (oppure non danno nemmeno seguito ai buoni propositi espressi a parole), è legato alla presunta mancanza di stimoli. Infatti, spesso non è tanto l’impegno che va profuso o la costanza a smorzare gli entusiasmi dei runners meno esperti, quanto l’incapacità di riuscire a convertire quelli che, all’apparenza, sono solo dei pretesti per non correre in delle buone ragioni per ritrovare l’entusiasmo di indossare le scarpette e uscire fuori. Vediamo quali sono queste classiche scuse e come trasformarle in motivazioni.
AIUTARSI CON ALTRI SPORT
Uno dei pretesti più frequentemente addotti da chi non ha più voglia di correre è quello legato al fatto che è impossibile saltare una seduta di training e, alla lunga, la monotonia potrebbe avere la meglio. In realtà, anche i runners professionisti sanno che correre ogni giorno è il modo migliore per incappare in un infortunio o sovraccaricare articolazioni e muscoli. La soluzione è quella di “scaricare”, alternando la corsa ad altri sport, magari più leggeri e che permettano comunque di tenersi in attività: questi intervalli (anche in bicicletta) alla fine si rivelano fondamentali per ritrovare la voglia di correre e diminuire i carichi che le gambe spesso devono sopportare.
LE SCUSE LEGATE ALL’ETÀ O AI MALANNI
A contribuire ad allontanare alcuni runners dalla pratica quotidiana, oltre a far desistere i neofiti dal cominciare, è la convinzione che, dopo una certa età, sia impossibile fare attività fisica. Al contrario, correre con una certa costanza ha l’indubbio merito di ritardare alcuni effetti dell’invecchiamento, permettendo a tutti (relativamente alle capacità di ognuno) di mantenersi in forma. Combattere la sedentarietà rallenta il fisiologico declino ed è importante per trasformare un’altra scusa in una motivazione aggiuntiva, ovvero i dolorini che spesso si lamentano, in particolar modo alle ginocchia. Si tratta di fastidi molto comuni nel running, dunque nessun dramma: il segreto sta nel sostituire a una corsa che avevamo programmato in precedenza una sessione di esercizi di ginnastica (semplici affondi o utilizzando un gradone), pensati esplicitamente per i corridori e rivolti specificamente alla gamba interessata dal dolore.
LA MANCANZA DI COMPETITIVITÀ
Un diffuso malessere avvertito al termine di un allenamento, oppure la constatazione che i risultati non coincidono con quelli attesi, sono due deterrenti pericolosi e che possono anche invogliare a non correre più. In realtà, gli esperti spiegano che la competitività è un concetto che assume sfumature diverse a seconda del singolo individuo: tuttavia, l’obiettivo comune non deve essere quello di mettersi in relazione agli altri (ognuno si allena per un motivo diverso e con aspettative differenti) e provare comunque a migliorare il cosiddetto “entry level”. In questi casi, può essere d’aiuto affidarsi ad un coach per delineare un programma di training personalizzato e, soprattutto, coerente con le nostre esigenze, lo stile di vita che conduciamo e gli obiettivi che desideriamo raggiungere. Insomma, lo stimolo da cui ripartire è quello legato soprattutto alla voglia di correre contro se stessi.
Il Team di RunningMania