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Quanto incide l’umidità sulla mia prestazione

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L’invidiabile e noto stoicismo dei runners li porta ad allenarsi con qualsiasi condizione climatica. Un abbigliamento hi-tech e un’adeguata preparazione fisica possono aiutare a superare anche giorni meteorologicamente “difficili”, però è bene che l’atleta sia a conoscenza di come temperatura e umidità incidano su un fisico sotto sforzo.

Nelle giornate umide e afose lo stress fisico aumenta notevolmente perché il sudore non evapora ma, anzi, ristagna sull’epidermide, ostruendone i pori. Tale condensa esterna aumenta ancor più la sudorazione e induce il surriscaldamento corporeo; per contrastare questa serie di fenomeni, e riequilibrare la termoregolazione, vengono intaccate le riserve di liquidi e, con esse, quelle di sali minerali e di proteine. Inoltre, in presenza di elevate percentuali di umidità, l’ossigeno ha una pressione parziale bassa e questo comporta un peggioramento della circolazione sanguigna. Come si può facilmente dedurre, in conseguenza a tali “risposte”, il fisico risulta molto più provato e meno recettivo al contrasto degli sforzi.

La diminuzione della resa, in presenza di caldo afoso, può essere calcolata, in linea di massima, considerando che si perde un secondo a chilometro per ogni grado di temperatura (realmente percepita) superiore a 28.
Massimo Santucci, istruttore della “Federazione Italiana Di Atletica Leggera”, invita i runners ad adottare una serie di accorgimenti, per contrastare gli effetti dell’umidità sulla resa atletica. In particolare, Santucci suggerisce di prediligere indumenti leggeri e traspiranti, di ridurre il consumo di carne rossa ma di aumentare quello di frutta e verdura. Per integrare la perdita di liquidi e di sali minerali, il consiglio è quello di ricorrere a bevande saline.

Il team di RunningMania

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