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Relazione fra mente e corpo nei runners

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Ogni runner sa che, quando corre, a influire sulle prestazioni non è solo la preparazione fisica (e l’allenamento che vi è dietro) ma anche una componente spesso trascurata: la mente, infatti, necessita anch’essa una sorta di ‘training’ mirato. L’equilibrio psicofisico -come ricorda Andrea Colombo, ex atleta olimpico e psicologo- è ‘fondamentale per gestire lo stress e aiutare l’organismo a utilizzare al meglio le proprie risorse.

UN CIRCOLO VIRTUOSO – Secondo alcuni studi, il ‘running’ è una pratica che ha un rapporto strettissimo, e quasi ‘circolare’, con la mente: quando corriamo, corpo e sistema psichico traggono reciproci benefici. Due sono gli aspetti da tenere presenti. Innanzitutto, il fatto che la corsa è influenzata dalla serotonina e dalle endorfine, due neurotrasmettitori essenziali per la prestazione fisica; allo stesso tempo, in un runner la corsa stimolerà nell’ipofisi, molto più che in altri, la produzione di questi neurotrasmettitori. Insomma, un vero e proprio circolo virtuoso.

FILOSOFIA ‘RUNNING’ – L’altro aspetto riguarda il fatto che correre fa bene alla mente. Oltre ad incentivare la produzione di cellule cerebrali, migliora l’umore e l’autostima, aiutando a ‘scaricare’ le ansie che, quotidianamente, ci attanagliano. Sacrificio, sforzo, fatica: con un adeguato ‘mental training’ finiscono per restituire il… favore al sistema psichico e ne migliorano il benessere. La filosofia dei runners insegna quindi che quasi ogni risultato è alla portata se si raggiunge il giusto equilibrio interno: spiega Aldo Rock, celebre dj e triatleta, che il segreto è quello di ‘ascoltare il suono silenzioso che si sente nel corpo e nella mente’ quando si corre.

Il team di RunningMania

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