Seguire la scia in gara è utile?

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La corsa in scia, cioè stare dietro ad un avversario in gara, offre vari ed importanti vantaggi. I benefici sono di tre tipi diversi: fisiologici, psicologici e meccanici.

A livello fisiologico la corsa in scia porta ad un minore impatto del corpo con l’aria. Con la riduzione della resistenza dell’aria perciò il podista compie uno sforzo inferiore, consuma meno ossigeno, la frequenza cardiaca è più bassa e le energie spese sono ridotte. Questo vale sia che si segua un avversario davanti a sé che una “lepre”, l’atleta incaricato di dare il giusto ritmo alla corsa durante la fase iniziale, spesso fino a metà competizione. Seguire la scia in gara quindi aumenta, sebbene in modo non elevato, la resistenza fisica del runner.

Sul piano psicologico correre in scia porta il podista ad avvertire meno la stanchezza proprio per il fatto che ha davanti un avversario che continua a dare il meglio di sé. Perciò l’atleta in scia è spronato ad impegnarsi altrettanto bene e dare il massimo. Questo vale sia per gare di fondo, come la maratona, che di mezzofondo, con ritmo più intenso. Da punto di vita meccanico il runner riesce a correre meglio stilisticamente e tecnicamente come conseguenza della diminuzione della fatica dovuta al vantaggio fisiologico già descritto. Ciò porta ad un aumento delle prestazioni. Un atleta che sfrutta la tecnica della corsa in scia, per merito della quale ottiene validi risultati, è Lucio Piazza. La scoperta di questi vantaggi è dovuta ad uno studio compiuto da Giuseppe Carella, del Centro Sportivo dell’Aeronautica Militare, e dal professor Pietro Incalza.

La corsa in scia è quindi preferibile perché più facile e vantaggiosa rispetto al correre da soli, come sperimentato già da molti runner e come dimostrato dal recente studio italiano. La diminuita resistenza dell’aria riduce del 2%, o poco più, la fatica in gara ed è quindi prevedibile ed auspicabile un aumento del 2% anche come performance. Ad esempio, il vantaggio in una maratona, considerando il tempo del record mondiale, può arrivare a 148 secondi risparmiati. Soprattutto nelle gare di fondo i risultati dipendono da fattori energetici. La prestazione è tanto più elevata quanto meno energie si consumano.

In competizioni aventi l’obiettivo di battere un record mondiale assistiamo alla presenza di una “lepre” e del runner che desidera raggiungere il primato che gli sta dietro, in scia. Molti record infatti sono stati stabiliti in questo modo. La “lepre” evita anche di doversi preoccupare troppo della tattica di gara. Il suo passo costante fa sì che il runner non consumi troppe energie e non arrivi senza fiato alla fine. Quando in competizione si ha un diretto avversario con capacità simili alle proprie è allora sempre consigliabile porsi dietro la sua scia, aumentando la penetrazione nell’aria, utilizzando meno energia possibile per poterne poi avere a disposizione per il finale.

Il team di RunningMania

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