Nel corso degli ultimi anni è stato registrato un vero e proprio boom di ultramaratone, ovvero le corse su distanza superiore a quella della maratona classica (42,195 km).
Scott Jurek è al momento il massimo esponente in questa specialità, detentore del record assoluto. Le ultramaratone sono corse molto logoranti dal punto di vista fisico ma anche sotto l’aspetto mentale, e per tale ragione non sono alla portata di tutti, e in particolare dei runners amatori. I motivi sono prettamente tecnici: coloro che corrono a livello amatoriale non hanno il tempo sufficiente per allenarsi in maniera adeguata, dunque non potranno avere una preparazione mirata e personalizzata che una corsa impegnativa come l’ultramaratona richiede. Il percorso di preparazione ad una gara di questo tipo è lungo, inoltre i carichi devono essere elevati per adattarsi sia a livello mentale che neuromuscolare ad una distanza più lunga.
Una preparazione che risulta deficitaria non solo inficia la prestazione in gara, ma può compromettere anche la salute fisica e mentale, poiché la gestione in gara non sarà ottimale e il recupero dello sforzo sarà più lento e problematico. In generale una corsa ad alto chilometraggio come l’ultramaratona tende a peggiorare la tecnica di corsa del runner, causando qualche problema anche all’elasticità muscolare. A causa di questi fattori aumentano le possibilità di incappare in infortuni.
In definitiva, una corsa di lunga durata tende a logorare maggiormente il corpo, esponendo il runner a infortuni di vario tipo – tendinei, articolari e muscolari – ma il rischio è elevato soprattutto se non si prepara nel modo giusto questo genere di corsa. L’ultramaratona esige un impegno specifico, fatto di diversi mesi di allenamento ma anche di periodi di scarico durante l’anno, un riposo che consenta al fisico di rigenerarsi e smaltire la fatica e lo stress accumulato. Insomma, l’ultramaratona è una sfida e per prepararla a dovere servono allenamenti mirati, pianificazione e cura del dettaglio.