Il valore iniziatico dello Sport

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Da sempre si dice che lo sport forma l’individuo attraverso la disciplina e il sacrificio necessari per conseguire un traguardo. Tuttavia questa teoria ,avallata da millenni di storia, nonché da illustri scienziati, psicologi e sociologi, è contraddetta nell’ambito della scuola pubblica dove le scienze motorie, ex educazione fisica, più che materie di studio, per molti studenti rappresentano un’ora di svago in palestra e nulla più.

Rivolgendo lo sguardo al passato, a testimonianza di quanto gli antichi tenessero in seria considerazione lo sport ci sono le pitture rupestri lasciateci dagli uomini primitivi nelle caverne o sulle pareti delle montagne, quelle stilizzate dei sumeri e delle varie civiltà mesopotamiche, degli antichi egizi, dei greci, dei romani, delle svariate civiltà orientali e di quelle nord occidentali, di quelle delle civiltà precolombiane e degli indiani d’America. Qualunque contesto storico sociale ha sempre valorizzato lo sport, addirittura divinizzando la figura dei campioni. Perché?

Lo sport non è solo lo strumento mediante il quale l’individuo rafforza e plasma il proprio fisico. Perché si ottengano risultati, qualunque sport si pratichi, bisogna sottostare a una serie di ferree regole cui abbinare uno stile di vita sobria e una sana alimentazione. In parole povere chi pratica sport e vuole ottenere dei risultati, se non addirittura eccellere, dovrà lavorare su se stesso tenendo a bada gli istinti grazie all’imposizione della propria volontà su di essi.

Tutto questo porta alla mente le discipline iniziatiche il cui fine è quello di elevare l’uomo dallo stato “animale” a quello “divino” attraverso un ferreo magistero caratterizzato dallo studio di testi sacri e azioni in sintonia con la teoria che testimonino il grado di apprendimento raggiunto dell’iniziando, unitamente alla meditazione e alla preghiera.

A supporto che anche lo sport possiede una valenza simbolico/iniziatica sovviene l’usanza nell’antica Roma di coronare con l’alloro, pianta sacra le cui foglie venivano masticate dalla sibilla cumana prima di vaticinare, non solo il capo dei poeti e degli imperatori ma anche quello di alcuni campioni sportivi per affermarne il raggiungimento dello stato divino.

Praticamente, se consideriamo i sacrifici cui deve sottoporsi un qualsiasi atleta per raggiungere un obiettivo, senza entrare nel merito dei campioni ma limitandoci agli amatori, basta considerare quelli che deve fare un qualsiasi runner per correre una maratona col “semplice” scopo di portarla a termine per rintracciarvi consonanze di matrice iniziatica: ai duri e continuati allenamenti bisogna abbinare un regime di vita “pulito” – una sana alimentazione e un modo di vita regolato per non stressare il fisico. Di riflesso, tale stile esistenziale richiede un modo di pensare diverso dagli standard quotidiani. Dunque i sacrifici da farsi per il raggiungimento dell’obiettivo finale non sono solo di natura “fisica” ma anche mentale e dunque legati allo sviluppo dell’anima. E qui non possimao non citare il motto romano mens sana in corpore sana (mente sana in corpo sano). Come si è visto per tenere in forma il fisico di riflesso si è costretti a tenere in “forma” anche la mente. Senza l’uno l’altra non ha ragione di esistere e viceversa.

Possedendo ogni individuo caratteristiche psicofisiche diverse che lo contraddistinguono dagli altri, il raggiungimento dell’obiettivo avverrà con risultati diversi a secondo della persona. Ci sarà chi allenandosi poco otterrà ottimi risultati perché dotato da madre natura di caratteristiche fisiologiche adatte a quel tipo di sport; chi invece, pur possedendo un fisico atletico, non andrà oltre certi limiti in quanto il proprio fisico è tarato per non andare oltre una certa soglia. Allo stesso modo sembra che in campo iniziatico se non si è predisposti per “l’ascesi”, nonostante un individuo possa studiare e seguire alla lettera i precetti e le regole per una vita intera, l’iniziazione non si completerà mancando all’iniziando di quel quid spirituale capace di attrarre su di sé le entità spirituali preposte affinché il processo catartico possa completarsi con l’intervento divino.

Ho citato la maratona perché è una gara che non si può improvvisare bensì richiede impegno fisico e mentale. È chiaro che queste mie considerazioni sono estendibili a qualunque altro tipo di sport. In qualsiasi attività fisica uno decida di cimentarsi, per ottenere dei risultati occorre sottoporsi a una rigida disciplina. Diversamente anche l’esercizio più “semplice” diverrà un’estenuante maratona!

Giarritiello Vincenzo.

http://blog.libero.it/kayfakayfa/13017198.html

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