Correre è anche solidarietà! Un ultra runner inglese ha corso una maratona in ogni stato del mondo per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro alla prostata. Un grande messaggio di speranza e positività.
Il giro del mondo in 196 maratone: così si potrebbe intitolare l’impresa di Nick Butter, trentenne inglese originario del Dorset, che in meno di due anni ha partecipato ad una maratona in ogni stato nel mondo riconosciuto dalle Nazioni Unite. L’ultima in Grecia, la maratona di Atene, corsa lo scorso 10 novembre. Una sfida con un nobile scopo: raccogliere fondi per finanziare la ricerca sul tumore alla prostata. E Nick c’è riuscito: non solo ha portato a termine l’impresa atletica in 674 giorni ma ha anche raccolto oltre 65 mila sterline (oltre 75 mila euro) lungo il suo cammino per l’organizzazione benefica Prostate Cancer Uk.
Innamorato del running
Dalla sua parte anche una grande passione per il running: Nick ha corso la sua prima maratona a 11 anni, un amore che si è portato appresso negli anni e che lo ha spinto, da adulto, a lasciare il lavoro da bancario per dedicarsi esclusivamente a questo sport. Nick ha percorso (e portato a termine) ben 592 maratone sinora ed è inarrestabile. Al termine della sua impresa da Guinness ha dichiarato infatti: “Adesso mi riposerò per qualche giorno, poi ho intenzione di riprendere a correre, è il mio mondo”.
Correre per sconfiggere il cancro
Ma come nasce l’idea di correre una maratona per ogni stato nel mondo? Butter ha trovato l’ispirazione nel deserto del Sahara, durante una corsa: è qui che ha conosciuto Kevin Webber, un uomo a cui avevano diagnosticato un tumore alla prostata. Sensibilizzatosi sul tema, ha deciso di fare qualcosa di concreto per la causa, lanciando una sfida mai tentata prima: correre una maratona in ognuno dei 196 stati sovrani del mondo. E alla fine, dopo 674 giorni di fatica, emozioni e sudore, Nick ce l’ha fatta.
Sul suo profilo Instagram, a conclusione dell’incredibile esperienza, il runner inglese ha scritto: “Non avevo idea di quanto questa sfida avrebbe cambiato la mia vita e la visione del mondo attorno a me”. E si rivolge ai follower con un messaggio positivo: “Considerate la possibilità di attuare un cambiamento nella vostra vita. Molto spesso è per il meglio. […] Siate coraggiosi, accettate qualche fallimento, andate avanti e afferrate i vostri sogni con entrambe le mani e non lasciateli andare”. Dedica un pensiero anche al suo amico Kevin Webber, ispiratore dell’impresa: “Per Kevin e per tutte quelle persone che muoiono troppo presto, date valore ai vostri giorni. Vi sentirete rinati”.
Un’ispirazione non solo per i runner
Per portare a termine la sua impresa Butter ha riempito ben 10 passaporti. Nel settembre 2018 è passato anche in Italia, in Vaticano e a San Marino. “Mi ha morso un cane, sono stato aggredito, derubato, sono finito in cella ma ho un’infinità di bellissimi ricordi”, ha raccontato. Butter però non si è “limitato” a correre: ha raccontato la sua storia nelle scuole, nelle aziende e a persone di tutte le età, cercando di trasmettere il suo messaggio. E continua a farlo.
“Spero di ispirare gli altri a vivere liberi, a inseguire i propri sogni e a imparare dal meraviglioso mondo che abbiamo ai nostri piedi. Molte delle azioni negative e malvagie che vengono compiute qui sulla Terra derivano dalla mancanza di comprensione, rispetto e cultura riguardo il modo di vivere degli altri. Viaggiare e correre mi hanno permesso di vedere il mondo con occhi nuovi. E adesso lo amo ancora di più”.
Il Team di RunningMania
Leggi anche:
103 anni e non sentirli: la storia di Julia, runner “uragano” di energia
Il runner che crea vere e proprie opere d’arte usando Strava