Che significa affrontare delle lunghe distanze su dei percorsi impegnativi in autosufficienza? Scopriamo di più su questo tipo di ultra trail adatto solo ai più tosti. E ai più organizzati.
La peculiarità di una competizione di ultra trail in autosufficienza è il fatto di essere molto lunga o persino a tappe. O le due cose contemporaneamente. Il che significa, a livello atletico, uno sforzo fisico enorme, al quale bisogna aggiungere non poco spirito di adattamento e una buona organizzazione. Ciò include anche la preparazione dello zaino tecnico con cui si affronterà la gara, dal momento che un ultra trail in autosufficienza richiede di portarsi appresso tutto l’occorrente necessario per la durata intera della gara.
La preparazione dello zaino
Capienza, comodità, praticità ed essenzialità: sono queste le caratteristiche che dovrebbe avere uno zaino da ultra trail. E con molte tasche, perfette per avere a portata di mano gli essenziali: barrette energetiche, integratori, smartphone, senza dimenticare borraccia o camelbag per l’acqua. Quando si parla di portarsi appresso “tutto l’occorrente”, si intende davvero tutto, anche se spesso sono gli organizzatori stessi della gara che offrono almeno l’acqua lungo il percorso e un riparo per la notte. In genere si tratta di una tenda, nella maggior parte dei casi una canadese da 2-3 persone oppure una tenda berbera da 8-10 persone. Quest’ultima, ad esempio, è tipica in competizioni come la Marathon des Sables e l’Oman Desert Marathon, fra le più celebri gare di corsa in autosufficienza.
Più che una gara, un’avventura a 360 gradi
In competizioni come queste, oltre a correre, ci si accampa, ci si prepara da mangiare, si dorme e si fanno persino i bisogni. Va da sé, quindi, che nello zaino debba esserci tutto l’occorrente per queste diverse fasi, stando attenti però a non appesantirsi troppo per non incidere negativamente sulla performance sportiva. Ingombro e peso quindi devono essere contenuti. In genere nelle gare lunghe a tappa unica come l’Ultra Trail del Gobi (Cina) ci sono tende comuni a disposizione degli atleti, pronte all’uso; nelle gare a tappe, invece, ci si accampa con la propria tenda.
L’ora del bivacco
Una volta sistemata la tenda ci si riposa un po’ e si prepara la cena o il pranzo. La maggior parte dei cibi in questi casi sono liofilizzati, da cuocere in acqua bollente, pertanto è necessario portarsi appresso anche un mini fornello e un pentolino. Oppure, se le circostanze lo permettono, preparare un fuoco utilizzando della legna (in condizioni di sicurezza). Alcuni atleti, per alleggerire lo zaino, preferiscono portarsi dei cibi che possono essere consumati anche freddi o che non necessitano di cottura. Dopo il tramonto si va a dormire: ecco perché nello zaino dovrebbero esserci anche un buon sacco a pelo e un materassino, da scegliere in base al terreno e alle temperature del luogo.
Non è una sfilata
Le gare in autosufficienza non prevedono “cambi d’abito”, proprio per non appesantire troppo lo zaino. Gli indumenti, in genere, rimangono gli stessi per tutta la durata della competizione. La maggior parte degli ultra trailer si porta giusto delle calze in più e una tuta di carta da imbianchino. Quest’ultima, leggerissima e facile da stipare nello zaino, è perfetta per proteggersi dal freddo e dal vento della notte.
Mettetevi alla prova!
Affrontare un ultra trail in autosufficienza ha tutto il gusto dell’avventura e del vero contatto con la natura, tuttavia richiede tantissime energie e, come abbiamo visto, una grande organizzazione e spirito di adattamento. È un’esperienza da provare ma sicuramente non adatta a tutti. E voi sareste curiosi di sperimentarla?
Il Team di RunningMania
Leggi anche:
Come si diventa ultramaratoneti
Trail running e Ultra trail running: un viaggio nella storia