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Accorciare le distanze per migliorare le prestazioni

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Allenarsi a correre delle gare su distanze più brevi aiuta i runners a sviluppare meglio la potenza e anche ad essere più veloci.

Nel mondo del running esistono dei luoghi comuni che, specie tra coloro che sono alle prime armi, fanno spesso presa. Tra quelli più diffusi vi è la convinzione che, nel piano di allenamenti che dovrebbe portare a correre gare di una certa difficoltà, si debbano costantemente aumentare le distanze: in realtà non è detto che, aumentando il chilometraggio, si sviluppino potenza e velocità. Come spiegano alcuni runners professionisti, uno dei segreti per correre in modo più veloce è, al contrario, quello di accorciare le distanze in allenamento, ma anche in gara.

Un training di qualità

Contrariamente all’opinione comune, i più grandi maratoneti e anche i mezzofondisti cercano di allenarsi correndo delle gare di chilometraggio inferiore a quello della propria specialità, per ottimizzare la performance e migliorare la velocità. Il motivo dietro a questa scelta è che, in tal modo, si può curare meglio l’andatura e la spinta data dal piede in fase di appoggio, privilegiando un training di qualità e non basato unicamente sulla quantità (i riferimenti chilometrici). I benefit derivanti dal correre su distanze più brevi sono insomma non solo fisiologici ma anche psicologici, specie quando in gara subentrano i fatidici momenti di crisi ed è necessario fronteggiarli modificando l’andatura.

Esaltare i propri punti di forza

A tal proposito, vi sono alcuni consigli utili da seguire se si vuole praticare un allenamento qualitativamente migliore sulle distanze più brevi. È buona norma preferire allenamenti che siano almeno di due “gradini” (ovvero, due specialità) al di sotto della competizione che andremo a correre: un esempio paradigmatico è quello dell’ex atleta britannica Paula Radcliffe che, per prepararsi alla maratona, ha corso prima svariate 5Km e 10Km, ottenendo comunque tempi considerevoli. In seconda battuta, è importante concentrarsi su una distanza corta e non trascurarla per tutto il periodo della preparazione: di conseguenza, almeno un’uscita settimanale dovrà essere dedicata a questo tipo di allenamento e un’altra a lavorare sulla velocità. Inoltre, bisogna mettere in conto che non è obbligatorio tornare alla vecchia metodologia di training una volta che si sono raggiunti dei risultati: come insegnano i grandi atleti, c’è la possibilità di scoprire una vera e propria “vocazione” sulle distanze corte e non avere per forza come obiettivo quello di cimentarsi sulla “mezza” o sulla ancor più impegnativa maratona.

 

Un utile vademecum

In conclusione, seguendo le indicazioni dei runners più esperti, nonché le loro metodologie di allenamento, si può stilare anche una sorta di vademecum per lavorare meglio sulle distanze meno lunghe. Innanzitutto, è bene aumentare il numero degli sprint (anche in salita, se possibile, per incrementare la potenza), specie se l’obiettivo è innalzare la performance su gare da 5 chilometri o di chilometraggio inferiore; inoltre, è buona regola seguire una vera e propria scaletta, correndo nell’ordine i 1600, 1200, 800 e 400 metri, intervallando però ogni sessione con tre minuti di recupero. Infine, anche se spesso risultano “indigeste” alla maggior parte dei runners, non vanno trascurate le ripetute e il consiglio è di correre circa dieci volte la distanza dei 400 metri a un ritmo vicino a quello di gara.

 

 

Il Team di RunningMania