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L’appoggio: i trucchi per migliorarlo

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Spesso sottovalutato, l’appoggio è fra gli aspetti tecnici più importanti nel running: ecco alcuni trucchi per migliorarlo e rendere la corsa più efficiente

Fra gli aspetti della tecnica decisivi per correre nel modo giusto c’è l’appoggio, fondamentale per due motivi: con un appoggio corretto, infatti, è possibile correre più velocemente facendo meno fatica – e si possono evitare gli infortuni. Con un appoggio sbagliato, viceversa, si fa decisamente più fatica per andare più piano e, soprattutto, ci si troverebbe molto più frequentemente alle prese con infortuni. Scopriamo, dunque, come migliorare l’appoggio affinché la corsa risulti più efficiente.

L’appoggio è composto principalmente dalla fase di atterraggio, ovvero il momento in cui il piede tocca terra in ogni falcata; il punto del piede ideale per l’atterraggio è la parte mediale-avanzata, in grado di assicurare una buona ammortizzazione e un assorbimento ottimale dell’impatto sul terreno. Sono da evitare l’atterraggio sul tallone, che grava eccessivamente sulle ossa e sulle articolazioni, e quello sulla punta: oltre a mettere a rischio l’integrità fisica, infatti, tali appoggi rallentano l’andatura.

La chiave di un perfetto appoggio sta nel lasciare il piede a terra il minor tempo possibile, cosa che avviene atterrando con la parte mediale-avanzata. Quando tocca terra, inoltre, il piede deve trovarsi in corrispondenza con il baricentro del runner, in modo da mantenere un’andatura corretta; se si appoggia troppo avanti, infatti, si ha un effetto-freno, mentre un appoggio troppo arretrato comporta una perdita dell’equilibrio. Per affinare l’appoggio e il baricentro si può dedicare una seduta settimanale alla tecnica.

 

All’appoggio contribuisce anche la falcata: quando è troppo lunga, l’appoggio risulta sbagliato; per impattare col piede sul terreno nel modo corretto bisogna affidarsi a passi piccoli incrementando al contempo la frequenza, perché solo così si potrà atterrare nella parte “giusta” del piede, riducendo lo sforzo (che è maggiore quando la falcata è più ampia) e di conseguenza ottimizzando i movimenti della corsa. Non bisogna dimenticare, infine, che le fasi di atterraggio, di spinta e di stacco devono essere veloci, in maniera tale che il piede passi meno tempo possibile al suolo: è in questo modo che si ottimizza l’appoggio e si guadagna in velocità.

 

 

 

Il Team di RunningMania