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L’importanza di far girare le gambe

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Anche l’allenamento in velocità è importante: ecco le tecniche e i benefici

In gergo si chiamano “easy runners”, ovvero runners che non hanno alcuna fretta di tagliare il loro personale traguardo, in allenamento come in gara: sono persone che corrono per il gusto di farlo ma in maniera fin troppo tranquilla, senza mai uno sprint, senza accelerare e mantenendo un ritmo sempre uguale. Non che ci sia niente di male in ciò, intendiamoci, tuttavia molti di questi aspiranti atleti non sanno che correre più velocemente non solo può essere molto motivante, ma può portare numerosi benefici in pochissimo tempo, migliorando in maniera considerevole la propria condizione sportiva. Per rendersene conto, è sufficiente aggiungere un allenamento veloce al proprio programma settimanale: la differenza balzerà subito agli occhi, e già dopo i primi allenamenti la voglia di migliorare, di fare sempre di più e raggiungere nuovi traguardi aumenterà in maniera esponenziale.

Ovviamente, per poter pensare a un allenamento del genere basato su una maggiore velocità, è necessario allenarsi da almeno un mese, tre o più volte a settimana e per un tempo superiore ai venti minuti circa. In caso contrario, prima di provare ad aumentare il ritmo è bene consolidare la nuova routine. In secondo luogo, occorre pensare al posto più adatti per svolgere questa tipologia di allenamento, che è senza dubbio una pista d’atletica. In caso non ve ne sia una nelle vicinanze, o non vi sia possibile accedervi, può andar bene anche un tratto di strada sterrata regolare; l’importante è che si tratti di un terreno piano adatto alla corsa e in grado di garantire appoggi sicuri.

Una volta accertatisi di avere tutte le carte in regola, si può procedere con questi tre allenamenti da svolgere di seguito, a qualche giorno (per la precisione dai quattro ai sei giorni) di distanza. Il primo allenamento è quello dei quindici secondi di velocità e comincia correndo “facile” per dieci secondi, quindi aumentando la velocità per altri dieci secondi e poi accelerando ancora per cinque secondi. In nessun momento, tuttavia, bisognerà correre al massimo. Dopo aver camminato per due minuti circa, l’esercizio andrà ripetuto e così per due o tre volte fino alla fase di defaticamento, che consisterà in una camminata della durata di tre minuti circa.

 

Il secondo allenamento consiste invece in progressioni della durata di venticinque o trenta secondi. La fase di riscaldamento e quella di defaticamento sono le stesse del primo esercizio, così come la progressione di venticinque secondi, che in questo caso però va ripetuta quattro volte anziché due o tre. Seguiranno accelerate e rallentamenti di dieci secondi per volta, ripetuti almeno un paio di volte.

Il terzo allenamento in sostanza potenzia il primo e il secondo esercizio aumentando il numero di progressioni (se ne possono fare anche una decina) e allungandole di cinque secondi. Infine, quando si decide di intraprendere questo tipo di percorso, è bene sapere che nelle fasi di cammino non occorre fissarsi sul ritmo e sulla velocità dei passi, poiché si tratta di fasi che servono a recuperare e ad alleviare la stanchezza, evitando di arrivare alla fine spompati.

 

 

Il Team di RunningMania