Il famoso giornale inglese “The Telegraph” ha dedicato un articolo ai due fenomeni inglesi i fratelli Brownlee, che parlano del loro allenamento invernale.
Il dato più interessante è quello riguardo alla suddivisione dei loro allenamenti settimanali, infatti in un totale di 35 ore 8 sono dedicate al nuoto , ben 17 al ciclismo e 10 alla corsa, quindi mediamente 1 ora e 10 minuti circa di nuoto, 2 ore 30 minuti di ciclismo e 1 ora e 30 minuti di corsa al giorno . Per i meno esperti potrebbe sembrare uno sproposito il numero di ore settimanali dedicate alla bici per due atleti che corrono gare “draft legal”, ma a differenza di come si pensa in Italia anche nelle distanze “corte” la frazione ciclistica è la chiave per realizzare poi anche una ottima frazione podistica.
Non serve infatti a nulla avere prestazioni super nella corsa “a secco” se poi in gara si parte per la frazione finale in condizioni di elevato affaticamento, non a caso il “differenziale” (differenza tra la migliore prestazione “a secco” e in gara di triathlon) degli atleti di altissimo livello è minimo. Prendendo come esempio il campione olimpico Alistar Brownlee, il suo personale in pista sui 10000 m è di circa 28’30″ , alle Olimpiadi di Londra il suo parziale sui 10000m finali è stato poco sopra i 29 minuti. Analizzando i tempi della frazione podistica nelle varie gare Wts i nostri elite pagano , nella migliore delle ipotesi , almeno 1 minuti di differenza arrivando anche a 3′ o oltre 5′ in alcuni casi. Spesso nelle immagini delle gare della WTS capita di vedere i nostri e le nostre atlete in coda al gruppo, tattica che in percorsi pieni di rilanci dovuti a curve e giri di boa non sembra quella ideale, soprattutto in caso di cadute o “fratture” del gruppo. Non a caso, sempre riguardo ai fratelli Brownlee, i due inglesi sono sempre nelle posizioni di testa , producendosi anche in fughe solitarie che potrebbero tranquillamente evitare vista la loro forza nella frazione finale. Gli stessi insieme a Gomez , Frodeno e quelli che nella Itu sono considerati grandi ciclisti , mietono anche successi nelle occasioni in cui si affacciano alle gare no draft come i 70.3.
In Italia come viene vista la frazione ciclistica? Analizzando la gestione del settore giovanile si può capire come le sia data poca importanza , considerata praticamente come una “transizione” tra il nuoto e la corsa. Da alcuni anni sembrerebbe tutto ridotto alla rincorsa dei tempi a nuoto e nella corsa che permettono di entrare nelle diverse fasce di merito per l’accesso al progetto talento, sas ecc. La Coppa primavera stessa , per comodità, è praticamente una sorta di test per poter poi “misurare” la capacità dei vari atleti in base all’infinità di dati raccolti in anni di prove cronometrate nuoto-corsa. Tra l’altro questa manifestazione è stato un flop clamoroso. La maggior parte dei giovani sacrifica il riposo e la preparazione invernale per centrare risultati cronometrici a nuoto e nella corsa , sono rari i casi di atleti che praticano ciclocross , Mtb o ciclismo in pista, non a caso poi nelle gare chi ha ottime capacità ciclistiche fa spesso la differenza soprattutto in percorsi un po’ impegnativi. Non c’è da sorprendersi poi se in Italia e all’estero uno dei più vincenti quest’anno sia stato Giulio Molinari che fa della sua frazione in bici un’arma devastante . Ricordiamo poi i tempi in cui Andrea D’Aquino e Alessandro Degasperi erano protagonisti della gare Itu con fughe e continui attacchi in bici, mentre ultimamente assistiamo a debacle clamorose di nostri atleti quando ci si scontra a livello internazionale con chi pedala sul serio, come la Dossena, tanto protagonista in Italia quanto semplice comparsa all’estero. Basta comunque analizzare le classifiche delle gare più importanti italiane, i campionati italiani di triathlon e duathlon sprint assoluti, occasione in cui i giovani possono confrontarsi con i grandi in una distanza “favorevole” per loro, per capire come soffrano il confronto in gare con frazioni in bici abbastanza tirate, non a caso a Romano di Lombardia (C.I. duathlon sprint) il migliore Junior è giunto al traguardo solo al 18° posto assoluto , mentre il primo Youth B addirittura 24°, mentre tra le donne si “salva” Giulia Sforza, non a caso forse la più forte ciclista a livello giovanile che chiude 5°, mentre la prima Youth B è solo 13°. Più o meno in linea anche i risultati dei C.I. di triathlon sprint di Riccione, con il primo Junior solo 14° mentre il primo Youth B al 20° posto nella generale, in campo femminile (gara praticamente senza quasi tutte le big) la migliore Youth B è 10° con la migliore Junior 11° !