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Acido ialuronico in aiuto dei runners

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Le infiltrazioni di acido ialuronico servono veramente? E quali sono i rischi legati a questo tipo di rimedio? Vediamo qual è il parere dei medici a riguardo.

Non c’è niente di più naturale della corsa, un movimento che interessa tutto il corpo, probabilmente il primo sport praticato in assoluto dall’uomo. Eppure, quando si parla di infortuni da running, spesso si sentono nominare dei rimedi che di naturale hanno ben poco e che fanno pensare più all’assemblamento di un essere bionico che alla cura di microlesioni articolari. Queste, assieme all’artrosi, sono i due incubi maggiori dei runners che, spesso, continuano a forzare le cartilagini (in particolare, quelle del ginocchio), resistendo al dolore e ignorandone la causa. Artroscopia e risonanza magnetica sono necessarie per evidenziare la presenza sia di lesioni articolari che di artrosi ossea, disturbi che vengono spesso curati con infiltrazioni in loco di acido ialuronico. Proprio in merito a quest’ultimo tipo di intervento, gli specialisti della medicina dello sport hanno chiarito alcuni importanti aspetti.

L’acido ialuronico è un normale costituente del liquido sinoviale che lubrifica e nutre la cartilagine, riducendone l’attrito con l’osso e ammortizzando l’impatto col suolo. In caso di artrosi o di danno alle cartilagini, si ha una riduzione della viscosità dell’acido ialuronico con conseguente perdita di elasticità del liquido sinoviale che, quindi, non riesce a garantire l’ottimale funzionamento dell’articolazione. Per sopperire a questo deficit, si può intervenire con visco-induzione, ossia con iniezioni locali di acido ialuronico al fine di ripristinare la viscosità del liquido sinoviale e stimolarne la produzione endogena naturale. In più, queste iniezioni hanno anche una finalità antiossidante, in quanto controllano la degradazione della cartilagine, e antinfiammatoria, perché contrastano le citochinine, molecole prodotte dall’organismo in seguito a stress meccanici delle articolazioni. L’acido che viene iniettato deriva da un processo chimico di biofermentazione di batteri, oppure può essere estratto da tessuti animali (cartilagini di squalo e cresta di gallo, in particolare). Per essere efficaci, queste infiltrazioni vanno ripetute ciclicamente, con cadenze che vanno dai 6 ai 12 mesi, a seconda del peso molecolare dell’acido ialuronico utilizzato.

Si tratta di rimedi abbastanza sicuri -a patto che siano eseguiti rispettando le regole di igiene e di asepsi-, particolarmente costosi, non necessariamente dirimenti e che abbisognano di una preventiva procedura di artrocentesi nel caso di versamento del liquido sinoviale a seguito di infiammazioni acute. Molti studi clinici hanno evidenziato che l’efficacia di questi rimedi è di molto inferiore alle iniezioni intramuscolari di cortisone e che, soprattutto nei casi di lesioni o infiammazioni cartilaginee, il loro è un effetto meramente placebo. Per quanto generalmente ben tollerato, l’acido ialuronico iniettato come terapia visco-suppletiva può causare pericolose reazioni di ipersensibilità e di tipo anafilattico-anafilattoide in soggetti poli-allergici. Per ultimo, va evidenziato che queste iniezioni possono essere effettuate su tutte le articolazioni, sia superiori che inferiori (anca, caviglie ma anche gomito e spalla), in alcuni casi con il supporto di una guida ecografica ma sempre ambulatorialmente.

 

 

Il Team di RunningMania