L’allenamento mentale migliora le prestazioni sportive

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Rendere meglio nella corsa è possibile, ma occorre lavorare sulla psiche. Ecco perché l’allenamento mentale dovrebbe essere parte integrante della routine del runner.

Si sente spesso parlare di mindfulness, ma sull’argomento c’è ancora molta confusione. Ma in cosa consiste realmente l’allenamento mentale? E, soprattutto, che benefici ne può trarre lo sportivo in generale e il runner in particolare? Va detto che negli ultimi decenni il mondo del podismo si è evoluto e trasformato, innovandosi anche grazie alle influenze di altre discipline.

Allenare anche la mente è importante

Il runner di oggi non è assolutamente paragonabile a quello di sessant’anni fa (ma neanche di trenta); allo stesso tempo quest’ultimo oggi avrebbe grosse difficoltà nel riconoscere il suo sport. Uno degli aspetti che gli risulterebbe più estraneo – oltre al modo di intendere l’alimentazione, l’allenamento, l’abbigliamento e tutta la parte “tecnica” fatta di strumenti come il cardiofrequenzimetro – è proprio quello dell’allenamento mentale. Egli probabilmente non ne comprenderebbe l’utilità, come ancora oggi non la comprendono alcuni runner (per fortuna sempre meno). Eppure tra gli sportivi vincenti nell’ultimo decennio ha preso sempre più piede un’inedita figura professionale: quella del mental coach, ovvero l’allenatore della mente, colui che aiuta l’atleta a realizzare concretamente quel “mens sana in corpore sano” che teorizzavano i latini.

 

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Cos’è il mental coach?

Semplificando, si può definire il mental coach una sorta di psicologo dello sport che si occupa della preparazione mentale dell’atleta, che ne cura lo spirito, la motivazione e gli slanci, monitorandone l’umore. Aiuta il runner a concentrarsi per inseguire e raggiungere gli obiettivi previsti in una determinata stagione, lo aiuta a trovare dentro di sé la spinta giusta per andare sempre avanti e a ricordare perché ha cominciato a praticare quello sport.

Il mental coach non è un allenatore tradizionale perché allena la psiche anzitutto: per il resto, la sua funzione è analoga. Questa figura professionale si è ormai affermata nel mondo agonistico, ma pian pian si sta imponendo anche a livello amatoriale. Non bisogna essere dei podisti professionisti per desiderare di far bene e avere qualcuno accanto che ci aiuta in tal senso, dandoci una tabella di marcia e spronandoci a migliorare. La verità è che l’allenamento mentale è parte integrante della routine del runner e prevede numerose strategie modulate a seconda degli obiettivi preposti.

Superare ogni ostacolo mentale per non fermarsi più

Chi corre perché mira a un generale miglioramento del proprio benessere psico-fisico, per esempio, non necessita di una rigida routine di allenamento come chi è determinato ad allenarsi anche due volte al giorno per arrivare preparato alla gara successiva. Senza contare quegli atleti che si pongono traguardi difficoltosi come maratone, corse nel deserto, sulle montagne o su percorsi disagevoli. Fino ad appena qualche decennio fa sfide del genere erano semplicemente impensabili. Va da sé che per affrontarle con lo spirito giusto, senza scoraggiarsi né, all’opposto, cadere in una sorta di mania di grandezza che porta a rischiare infortuni o incidenti, occorre raggiungere un equilibrio psicologico.

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Al centro della vita di uno sportivo c’è la mente. Come diceva giustamente il campione di ciclismo Ivan Basso: “Una testa piena di pensieri pesa di più ed in salita vai di meno“. Pensare troppo, avere troppi dubbi e incertezza, sono tutte zavorre che impediscono di rendere al massimo, e su cui il mental coach può lavorare efficacemente.

Il Team di RunningMania

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