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Come risolvere il problema dell’iperpronazione durante la corsa

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Se durante la sessione di running ci capita di avvertire un certo fastidio o dolore al piede potrebbe trattarsi di un problema di iperpronazione. Vediamo come risolverlo.

Quando si corre, l’appoggio del piede sul terreno avviene normalmente col bordo esterno del calcagno, a cui segue la pronazione del piede, ossia la rotazione di quest’ultimo verso l’interno. In linea generale i runner che presentano una pronazione ridotta vengono chiamati supinatori ed hanno un carico che si concentra sul bordo esterno del piede. Se la pronazione invece è eccessiva ed inizia troppo anticipatamente, il carico viene trasmesso nell’area interna del piede: è questa l’iperpronazione. Questo fenomeno in genere riguarda chi ha i piedi piatti, ma in diversa misura può riguardare anche coloro che li hanno cavi, in particolare se presentano la tibia storta, comunemente chiamata “ad archetto”. Con una pronazione eccessiva le forze vengono trasmesse sull’arco longitudinale mediale dell’arto inferiore abbassandolo e causando una serie di effetti a catena sulla biomeccanica dell’intero corpo.

L’iperpronazione può causare alcuni infortuni come l’alluce valgo doloroso, la fascite plantare, la tendinopatia e la metatarsalgia. Sono delle patologie di lungo decorso, che richiedono in genere diversi mesi di terapia per guarire.
Esistono tuttavia alcuni accorgimenti che si possono adottare per limitare le conseguenze dovute ad una pronazione eccessiva.
È necessario anzitutto uno stretching adeguato che riguardi il tendine d’Achille ed il tricipite surale: ciò è utile per ridurre la tensione nell’area laterale del calcagno e lo stress sull’asse mediale del piede. Occorre inoltre rinforzare la muscolatura del polpaccio e del piede, in modo da ridurre il carico sul metatarso.

Anche le scarpe fanno la differenza: esistono modelli da running pensati apposta per correggere l’iperpronazione. Considerando le proprie caratteristiche fisiche quali peso, appoggio del piede ed andatura di corsa, si possono confrontare vari modelli di scarpa e scegliere quello più adatto alla propria situazione, senza per forza avvalersi dell’uso del plantare. Per quanto riguarda la vita quotidiana invece, sarebbe meglio evitare scarpe col tacco troppo alto in modo da ridurre il sovraccarico su alluce e arco longitudinale. A differenza di ciò che si pensa comunemente, il plantare non sempre è indicato per risolvere questa problematica, soprattutto se si hanno i piedi piatti e, in alcuni casi, può limitare drasticamente i miglioramenti tecnici nel running.

Attenzione inoltre a non esagerare: molti runner sono convinti di compiere una pronazione eccessiva e tendono ad acquistare scarpe pesanti e rigide, dal massimo controllo. Niente di più sbagliato: persino per chi ha effettivamente tale difetto posturale questa tipologia di calzatura non è sinonimo di risoluzione al problema. In genere questi modelli sarebbero da consigliare a chi è in sovrappeso ed effettua corse lente. Gli altri podisti invece dovrebbero indossare scarpe leggere che risultino flessibili sull’avampiede seppur controllando la pronazione. Diversamente verrebbe meno il miglioramento dell’elasticità del piede e della forza, limitando così la tecnica corretta di corsa e causando dolori ai piedi e di riflesso alle ginocchia e alla schiena.

 

 

Il Team di RunningMania