La metatarsalgia è una delle patologie che maggiormente interessano chi pratica running: scopriamo quali sono le cause, i suoi sintomi e il miglior modo di curarla.
Come tutti i runners sanno, a essere particolarmente sollecitati durante la corsa non sono solo i muscoli e le articolazioni degli arti inferiori, ma anche la pianta del piede: la fase dell’appoggio e lo slancio fanno sì che i metatarsi (le cinque ossa che collegano l’arco del piede alle dita) debbano sostenere dei carichi notevoli, svolgendo la funzione di ammortizzatori. Tuttavia, è sufficiente l’infiammazione di uno dei nervi interdigitali (Neuroma di Morton) per fare insorgere una metatarsalgia che provoca dolori acuti sotto le dita. Scopriamo quale è la sua eziologia, i sintomi e, infine, come è possibile curarla.
Le cause della metatarsalgia
Il Neuroma di Morton è una fibrosi perinervosa responsabile dell’insorgenza della metatarsalgia e riguarda il terzo spazio intermetatarsale: la sua maggiore incidenza tra coloro che corrono è dovuta al fatto che, nella fase di spinta, la flessione delle dita causa l’allungamento e la compressione dei nervi interdigitali che, di conseguenza, aumentano di volume e si infiammano. Comunque gli esperti spiegano che vi sono altri fattori alla base di una metatarsalgia: in primo luogo, l’utilizzo di una scarpa da running stretta sull’avampiede o semplicemente non adeguata (lo stesso discorso vale per le calzature di uso quotidiano e i tacchi a spillo), gli allenamenti su terreni sconnessi, le sinoviti (infiammazioni della membrana sinoviale) e l’alluce valgo che determina una formazione callosa sotto le teste metatarsali.
Riconoscere i sintomi
Nonostante i sintomi connessi alla metatarsalgia siano abbastanza chiari, spesso chi corre non vi presta la dovuta attenzione: tuttavia, sottovalutare per troppo tempo questi “campanelli d’allarme” rischia di aggravare la situazione (calo della sensibilità del piede). In generale, un tipico sintomo è un dolore nevralgico ai metatarsi e la sensazione di bruciore che viene amplificata durante il training. I runners dovrebbero imparare a riconoscere soprattutto i dolori neuropatici che riguardano le dita fra il terzo e quarto spazio intermetatarsale: questo tipo di sintomi si manifesta anche quando si indossa per la prima volta un paio di scarpe, quindi si consiglia di eseguire uno “squeeze test” (la compressione dei metatarsi da ambo i lati del piede) per verificare la sussistenza di fitte lancinanti.
Diagnosi e terapia
In questi casi, la tempestività della diagnosi è fondamentale per evitare che il problema si aggravi: di solito si procede con una diagnosi radiologica (ecografia e radiografia) e la risonanza magnetica; il consiglio è quello di affidarsi anche a una diagnosi clinica, dato che solo uno specialista è in grado di individuare esattamente la causa del Neuroma di Morton ed escludere altre patologie tipiche dell’avampiede (artriti o fratture). La terapia invece non comporta necessariamente un intervento chirurgico: nei primi sei mesi si ricorre ad azioni di tipo “conservativo” come l’utilizzo di farmaci antinfiammatori, iniezioni di cortisone e l’uso di plantari ad hoc che aiutano ad allargare il ventaglio metatarsale. Nella malaugurata ipotesi che i trattamenti “conservativi” non diano risultati, si procede all’asportazione del neuroma per via chirurgica: comunque, a due settimane dall’intervento si può riprendere l’attività fisica (nuoto) e tornare invece a correre dopo un mese e mezzo.
Il Team di RunningMania