Home Wellness Proteggi la tua fascia plantare: 5 terapie efficaci per il runner

Proteggi la tua fascia plantare: 5 terapie efficaci per il runner

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Non trascuriamo gli infortuni ai piedi: ecco cinque soluzioni efficaci per dare sollievo al dolore e guarire entro poco tempo.

I piedi sono una parte fondamentale per la corsa, per questo motivo meritano un’attenzione particolare da parte del runner. Una parte dei nostri arti inferiori che va sempre protetta è la fascia plantare, costituita da una struttura di muscoli e tendini dalla forma leggermente arcuata e che si estende dalla base delle dita sino al calcagno. Talvolta muscoli del piede e fascia plantare possono creare disagio o dolore al podista, causati ad esempio da un sovraccarico funzionale correlato al gesto atletico oppure da un’infiammazione come la fascite plantare. In entrambi i casi si possono adottare delle soluzioni di tipo attivo, eseguendo degli esercizi specifici di forza eccentrica o di stretching locale, oppure di tipo passivo, che consistono nell’intervento di un fisioterapista o nell’impiego di un plantare. Vediamo nel dettaglio quali opzioni offre l’azione passiva.

Plantari

In questi ultimi anni si è evoluta notevolmente la concezione di plantare: di norma si realizza dopo aver sottoposto il runner ad un esame baropodometrico dinamico, in modo da poter analizzare nel dettaglio l’appoggio e individuare irregolarità eventuali. Grazie ai plantari personalizzati si possono ridurre al minimo infiammazioni ai tendini e ai muscoli che riguardano il piede, ma non solo: a trarre beneficio da un buon plantare è anche l’intero arto inferiore poiché viene messo in condizioni biomeccaniche migliori.

Fisioterapia

Rivolgersi ad un massofisioterapista può fare la differenza. Affidarsi alle sue cure e al suo tocco esperto può risolvere molti problemi legati alla fascite plantare e disturbi correlati. Attenzione però: è meglio sempre consultare un esperto che sia specializzato negli infortuni sportivi.

Tecniche di Graston

Si tratta di un tipo di fisioterapia brevettato molto in voga fra i podisti statunitensi. Consiste nella mobilitazione dei tessuti molli del piede attraverso l’impiego di strumenti particolari. In genere si usa in seguito alla guarigione da un infortunio, come la fascite plantare, quando il runner accusa di non essere tornato nelle condizioni precedenti all’incidente a casa di un esito cicatriziale che tende ad irrigidire le parti molli situate sotto al piede. In tale frangente il fisioterapista si avvale degli strumenti di Graston per individuare queste aree di rigidità, fornendo una diagnosi, e procede con i trattamenti necessari. Questo metodo include anche degli esercizi di allungamento muscolare e applicazioni di ghiaccio sulla parte interessata per circa mezz’ora a fine seduta. Una variante della tecnica Graston è la Astym (mobilitazione assistita dei tessuti molli) che si avvale di tecniche di massaggio locale tramite dei strumenti di precisione in acrilico.

Trigger point

Questa procedura consiste nella pressione manuale di punti ben precisi, chiamati appunti “punti di innesco”. Trova largo impiego fra i chiropratici e fisioterapisti anche in Italia e rientra nell’ambito della terapia mio- fasciale. La tecnica aiuta a ridurre la tensione muscolare ed il conseguente dolore, quindi apporta benefici significativi alla zona plantare. Il trigger point causa dolore non necessariamente nell’area stimolata. Sta all’esperto individuare questi punti e ridurne il potenziale attraverso le mani oppure utilizzando degli strumenti o ancora iniettando un anestetico.

Fibrolisi diacutanea

Il fisioterapista svedese Kurt Eckman mise a punto questa tecnica verso la metà del ‘900 che si serve di particolari strumenti, chiamati fibrolisori, degli uncini in acciaio inox dalla differente curvatura. La fibrolisi viene utilizzata in molti campi, fra cui il trattamento di patologie mio- fasciali. Serve a facilitare il riassorbimento di noduli o aderenze fibrose e riportare i tessuti alla normalità. Anche in questo caso occorre affidarsi ad un esperto poiché questa tecnica richiede una spiccata sensibilità e un’ottima manualità.

[Credits: K-academy.it]
Il Team di RunningMania

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